Pillola 5 giorni dopo: AMCI, “vendita libera” nega “alleanza medico-paziente”

“La vicenda sta mettendo in luce, se ancora ce ne fosse bisogno, l’ennesimo caso di progressivo svuotamento fino all’annullamento di quel rapporto di alleanza di cura tra medico e paziente, ma soprattutto ancora oggi privilegiato”. Così il presidente e il vice presidente dell’Amci (Associazione medici cattolici italiani), Filippo Boscia e Giuseppe Battimelli, scrivono in una nota a proposito della libera vendita in farmacia senza prescrizione medica della cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo.
La prescrizione della pillola della contraccezione d’emergenza avviene, almeno finora, da parte del proprio medico di base o in un consultorio familiare o in un presidio di guardia medica o in un pronto soccorso.
“La vendita diretta del farmaco, tra gli altri deleteri aspetti, determinerebbe un ulteriore vulnus nel rapporto del medico con il proprio paziente, sottolineano Boscia e Battimelli.
Obiettore di coscienza o no nella prescrizione della pillola, quel medico di famiglia che non avesse più un’occasione diretta di colloquio-confronto con la sua assistita”, “quel medico di fiducia di fatto sarebbe privato di una funzione importante della sua specifica professione”. In particolare per le giovani adolescenti per le quali la cultura dominante e l’opinione dei coetanei possono “influire” su scelte e atteggiamenti, in ambiti “come la pratica sessuale”.
Boscia e Battimelli sottolineano la “grave pericolosità per la salute della donna di assunzioni del suddetto farmaco quando ripetute e reiterate e quindi sottaciute al medico, peraltro non trascritte o menzionate in apposito registro di prescrizione”. Inoltre, “l’informare ed educare, con sensibilità, ascolto, delicatezza, cautela, a una sessualità cosciente e responsabile” inserendosi così nella più ampia attività di educazione alla salute è “un compito ineludibile e non espropriabile del medico di medicina generale, di cui deve (ri)-appropriarsi”.
Così “la disinformazione sulla contraccezione d’emergenza o addirittura la mancata informazione da parte del medico (se la vendita sarà liberalizzata) dei rischi e degli effetti collaterali per la salute dell’adolescente oltre della possibilità della soppressione di una vita umana è certamente causa di superficiali e non ponderate decisioni, rivendicata da una malintesa libertà e autodeterminazione personale, in contrasto con quanto stabilisce la medicina moderna riguardo al consenso libero del paziente perché debitamente informato”. Se l’attività del medico è rivolta alla tutela della vita e della salute, concludono, “ancor di più il suo ruolo diventa decisivo nelle vicende che riguardano la salute in generale, la vita e la morte”.