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RITIRO SPIRITUALE (E CONSIGLIO NAZIONALE) DELL'AMCI: ASSISI, 8 - 9 - 10 APRILE

RITIRO SPIRITUALE (E CONSIGLIO NAZIONALE) DELL'AMCI: ASSISI, 8 - 9 - 10 APRILE


Carissimi,
si avvicina la data del nostro tanto atteso incontro di Assisi, che ci vedrà riuniti nella Domus Laetitiae, sede scelta per il Consiglio Nazionale e per il contemporaneo ritiro spirituale.
Desideriamo precisarvi che il ritiro, sapientemente guidato dal Card Edoardo Menichelli, avrà il seguente svolgimento:
prima meditazione nel pomeriggio di venerdì 8; la seconda e la terza si terranno di ...

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Boscia: riflessioni sul caso di Catania

L’ennesimo caso di presunta malasanità culminato con la morte della neonata di Catania deve far riflettere, più che sulle colpe dei medici - tutte da dimostrare! - sulle incongruenze di un sistema che, malgrado il periodico ripetersi di tragici eventi, non è in grado di trarre da essi e da esperienze precedenti più o meno tragiche, gli utili insegnamenti per cercare di migliorarsi.

Siamo accanto alle famiglie che subiscono inenarrabili dolori, lutti, strappi laceranti sul codice più intimo dei sentimenti e partecipiamo al loro dolore.
Come medici cattolici non possiamo sottrarci dal rendere pubbliche alcune nostre considerazioni:

Come testimoniano le statistiche, un sempre maggior numero di donne arriva al concepimento in età matura e, purtroppo disinformate sugli aspetti biologici della riproduzione e sul progressivo calo della riserva ovarica (già a 30 anni diminuita del 90%) è quasi certo che gran parte di esse si ritrova costretta in età avanzata a far ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ed è ovvio che capiti sempre più di frequente che finiscano col nascere bambini più piccoli rispetto all’età gestazionale, molto spesso prematuri, tutti sempre più bisognevoli di cure particolari.

Gli esperti di organizzazione sanitaria, i rispettivi ministeri competenti per il management sanitario globale devono sapere che da ciò e da altro ancora scaturisce la necessità di disporre di un numero di culle di accoglienza nelle terapie intensive neonatali, strutture di rianimazione, che può andare ben oltre quello previsto dagli standard e calcolato in base al numero di parti per anno in un determinato territorio.
E’ questo il motivo per cui non è infrequente che le terapie intensive neonatali siano al completo e che si trovino molto spesso nell’impossibilità di fornire ogni indispensabile ma anche insostituibile assistenza.

Ecco che allora sempre più di frequente si determinano eventi che impongono la ricerca disperata dì un posto disponibile, in un centro talvolta molto lontano rispetto al punto nascita e, dando pur per buona ogni sua dotazione di esercizio conforme a quanto disposto dal Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI), il neonato deve essere colà avviato e accompagnato da un servizio di trasporto neonatale dedicato, purtroppo inesistente su gran parte del territorio italiano o non completamente adeguato per quel che riguarda sia le attrezzature di trasporto (ovvero le ambulanze dedicate) che il personale di assistenza.

E’ noto da tempo che il trasporto neonatale nella maggior parte delle regioni italiane è inesistente o inadeguato: A ciò deve aggiungersi la insensata dislocazione delle terapie intensive, che per ignote strategie sono spesso concentrate nelle grandi città, così da lasciare scoperti ampi spazi del territorio, ove, malgrado tutti i riordini ospedalieri, ancora persistono piccoli punti nascita con parti per anno numericamente esigui, spesso tanto al di sotto dei minimi standard.

Quel che è accaduto a Catania, così come descritto dalle cronache, è l’esatto contrario di quanto dovrebbe avvenire: trasporto non dedicato, che cerca la sede nella macroarea di riferimento, pur essendoci al di fuori disponibilità più vicina; impossibilità di fruire dell’elicottero, non previsto nelle ore notturne; lentezza e difficoltà nella comunicazione, quasi inevitabili quando bisogna di volta in volta inventarsi una soluzione.

Quindi le responsabilità sono da ricercare, ancora una volta, nelle scelte organizzative e soprattutto politiche, che, tra errori di programmazione e risparmi sempre più pressanti, determinano fin troppo spesso situazioni insostenibili, sia per gli operatori che per l’utenza. Una amara realtà che va ammessa e va sottolineata con energia proprio nella convinzione che tali problematiche, ancora non sostenibili, non debbano mai rilevarsi nella nostra società abbastanza opulenta!
Ma nessuno parla, nessuno va a colpire l’atipico sistema istituzionale, organizzativo, e quello politico, molto spesso clientelare.
Questi eventi ben conosciuti da tempo, che periodicamente riaffiorano, non possono continuare a suscitare semplice stupore e incredulità nei vertici politici istituzionali della nostra amata repubblica, perché questa è forse l’ingiuria più grande che i cittadini, soprattutto i più indifesi, subiscono!
Le istituzioni se vogliono trasmettere speranza e rigenerare il coraggio di andare avanti, devono avere la volontà di attivarsi e proporre azioni di sfida, devono affrontare tutte le difficoltà, cercando di superarle, dando risposte che contribuiscano a rendere il fossato dell’emergenza sempre meno profondo.


Prof. Filippo M. Boscia
Presidente Nazionale AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani)
Già Direttore del Dipartimento per la salute della donna e la tutela del nascituro della ASL BA