comunicato DAT Comune di Roma luglio 2014

La Costituzione italiana impegna a proteggere tutti i cittadini, soprattutto se fragili o ammalati e in special modo se in fase terminale.
I vistosi progressi tecnologici e terapeutici della medicina indubbiamente hanno schiuso imprevedibili possibilità di cura prolungando la sopravvivenza molto a lungo in modo impensato fino a pochi anni fa, e trasformando il fine vita nel più lungo percorso del morire, che spaventa molti.
In questi percorsi di fragilità che connotano più paure e meno speranze, in nome di un soggettivismo e totalitarismo assolutamente sfrenato il Consiglio Comunale di Roma ha voluto rivendicare un primato, promuovendo l’istituzione del Registro Comunale per le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) con l’intento di trascrivere le volontà di soggetti interessati al rifiuto o alla negazione dei trattamenti sanitari.
I Medici Cattolici dissentono e si discostano in modo assoluto da questa decisione: sono fortemente convinti che ogni Operatore Sanitario per dignità e deontologia deve sempre rispettare il dovere assolutamente ineludibile del prendersi cura di ogni fragilità e di ogni paziente in ogni severa condizione clinica escludendo da un canto accanimenti terapeutici ma riaffermando con vigore l’assoluto impegno alla proporzionalità delle cure.
I Medici Cattolici riaffermano che la alimentazione e nutrizione sono atti di sostegno vitale e devono essere usati quando ritenuti utili e proporzionati.
Nella gestione clinica del paziente l’ascolto, la relazione, la comunicazione della diagnosi e l’attivazione di protocolli di sostegno deve continuamente calarsi in un clima di solidarietà e comprensione, senza nascondimenti di alcun genere ma lasciando la porta largamente aperta alla speranza.
Ogni medico, se bene attento alla relazione umana che lo lega al suo paziente, deve escludere nei percorsi assistenziali ogni deriva eutanasica.
I Medici Cattolici apprezzando il grande lavoro svolto dal Past President Nazionale dell’AMCI, On. Di Virgilio nell’ambito della sua attività parlamentare nella qualità di Relatore sul Disegno di Legge “Disposizione in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, riaffermano che le DAT pur se depositate presso le strutture comunali non possono costituire testamento vincolante per il medico curante, che viceversa rimarrà bene attento alla relazione umana e solidaristica che lo lega al suo paziente rispettando, in ogni Paese, e nel mondo, l’alleanza terapeutica, incontro tra una fiducia (quella del paziente), ed una coscienza (quella del medico) dando risalto ai fondamenti etici della professione e mantenendo concreta adesione ad ogni possibilità di care, ossia del prendersi davvero cura
L’agire medico terrà sempre presente ogni possibile bilanciamento tra i desideri espressi dal paziente e doveri professionali mai escludendo ogni possibile cura palliativa.
Il Medico cattolico mai dovrà essere dispensato dall’attuare interventi di proporzionalità terapeutica e mai potrà essere costretto ad escludere terapie proporzionate alle reali condizioni cliniche, proponendo anche trattamenti di sostentamento vitale nelle fasi cosiddette terminali. E proprio in queste fasi che il medico cattolico può e deve dare di più.

Roma, 3 luglio 2014

Prof. Filippo M. Boscia
Presidente Nazionale AMCI e Direttivo Nazionale